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Stress da Coronavirus

Negli ultimi giorni non si parla d’altro che del Coronavirus, diffuso inizialmente a Wuhan e successivamente in diverse parti del mondo. Ad oggi l’Italia, con più di 150 contagiati totali, è al terzo posto nella classifica mondiale per numero di casi. I sintomi del virus sembrano essere simili a quelli della comune influenza, un’influenza di cui si potrebbe morire a quanto apprendiamo dai telegiornali.

Il risultato è che molte persone hanno deciso di andare via dalle regioni del Nord dove il virus si sta diffondendo (eccetto chi abita nei focolai dove vi sono delle sanzioni penali per lascia il posto), i supermercati sono presi d’assalto, così come le farmacie. Le scuole del Nord sono chiuse ed anche le Università, le aziende stanno pian piano chiudendo. Nelle abitazioni c’è tanto timore e preoccupazione per cosa accadrà, le persone si domandano se si troverà o meno una cura, e l’attenzione è per le nuove notizie che ogni minuto vengono pubblicate su internet o comunicate ai telegiornali. In questo non posso non menzionare anche gli scettici, che continuano a pensare che il Coronavirus sia una banale influenza e che si muore di più per altre malattie. Anche questo è sicuramente vero.

Il Ministero della Salute, d’altro canto, raccomanda le precauzioni che si prenderebbero nel caso di comune influenza. Inoltre, non sembra che di coronavirus si muoia se non in caso di altre complicanze pre-esistenti.

 

Descrizione psicologica 

Premesso che la prevenzione è sicuramente importante, e prendersi cura di sé in questa situazione lo è ancora di più, e l’attenzione rispetto alla possibilità che il virus si diffonda è fondamentale, che cosa sta generando tutta questa attenzione e paura nei confronti di questa nuova malattia?

Il Coronavirus sta generando nelle persone una reazione di stress, verso la quale ognuno mette in atto una modalità per farvi fronte. Ciò che genera stress è qualcosa di nuovo, potenzialmente pericoloso, che ancora non si conosce bene ed è difficile controllare o prevedere.

Rispetto a questa, c’è chi ironizza, facendo battute sui social, chi nega il pericolo, ignorando i consigli che vengono dagli esperti virologi e dal Ministero della Salute, come evitare i luoghi affollati, per esempio. C’è chi fugge dalla situazione stressante, come coloro che sono pronti a mettersi in auto in queste ore e raggiungere amici e parenti al Sud, c’è chi programma e va in farmacia a comprare mascherine e detergenti per evitare il contagio, o chi cerca in continuazione informazioni sui social.

Come le ricerche sulla reazione alle situazioni stressanti dimostrano, modalità positive di tipo attivo come prepararsi all’evento stressante seguendo le indicazioni del Ministero della salute e degli esperti, raccogliere informazioni e tenersi aggiornati, se possibile utilizzare detergenti e mascherine, senza però eccedere in uno stato ansiogeno eccessivo, non può fare che bene.

Il Coronavirus è un fenomeno che spaventa la massa e che pian piano sta diffondendo ansia preventiva e panico, prima ancora che il virus possa arrivare. Lo sforzo che bisogna fare è quello di resistere al panico e di seguire solo i giornali online più attendibili, le fonti ufficiali ed i telegiornali, e di fare attenzione e prendersi cura di sé. Tra i siti online troviamo:

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/02/23/news/coronavirus_ministero_salute_circolare-249354493/

https://www.lombardianotizie.online/archivio/

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita

https://www.regione.veneto.it/home

https://www.regione.liguria.it/?view=default

Per i genitori un’attenzione particolare dev’essere sicuramente dedicata ai bambini, che a differenza nostra, potrebbero avere difficoltà a comprendere cosa sta accadendo. E’ importante spiegare ai bambini cosa succede, ovvero che c’è un’influenza che sta colpendo diverse persone e che è meglio stare in casa, prendere precauzioni o evitare certi luoghi affollati, senza generare in loro ansia eccessiva, sicuramente controproducente, in quanto i bambini potrebbero non avere da soli le risorse di un adulto per far fronte e dare senso a quest’ansia eccessiva.

violenza psicologica

La violenza psicologica nelle separazioni: il punto di vista dei bambini

La violenza è un tema molto vasto e complesso. Oggigiorno assistiamo a molte scene di violenza: già nei film o nei cartoni animati, molto di più rispetto al passato, spesso siamo spettatori di atti aggressivi. Questo è sicuramente indice di come la nostra sensibilità verso l’aggressività e la violenza sia cambiata rispetto al passato, nonché di come sia cambiata la nostra cultura. Inoltre, nel quotidiano, spesso capita di subire atti aggressivi in prima persona. Talvolta, sentendoci vittime di ingiustizie o di comportamenti che ci feriscono, rispondiamo a nostra volta attaccando.

Si può menzionare in questo discorso anche la violenza sulle donne, gli animali, il bullismo, ecc., ovvero tipologie di violenza di cui oggi si sente molto parlare, e su cui si cerca di far prevenzione, anche attraverso l’informazione.

In ultimo, esistono tipi di violenza a cui la società si sta lentamente abituando, come quella esperita in chat o nei social media, in cui l’identità spesso celata facilita un atteggiamento aggressivo e antisociale molto spesso privo di alcun fondamento o causa logici.
 

La violenza nelle separazioni

Nel periodo in cui una coppia genitoriale si separa possono manifestarsi forme di violenza di cui spesso non si è coscienti. Le separazioni sono dei momenti di crisi nella vita della famiglia e le dinamiche che prima apparentemente sembravano funzionare diventano disfunzionali. Le persone vivono separazioni multiple: dal coniuge, dagli aspetti materiali e simbolici della propria vita, dai propri progetti per il futuro, ecc. Tutto, in famiglia e individualmente, va rimodellato e ricostruito. L’unica cosa che resta è l’essere genitori. I coniugi/genitori che affrontano tutto ciò, accecati dalla rabbia e dalla delusione per quanto è accaduto, possono attaccarsi reciprocamente, senza pensare
o porre attenzione alle conseguenze che questo comportamento ha sui figli.

Un esempio è dato dal famosissimo film, la Guerra dei Roses, dove i coniugi Oliver e Barbara, ormai decisi a separarsi, iniziano una lotta senza fine, dove l’unico scopo è la distruzione dell’altro. Un esempio forse un pò forte, ma rende bene l’idea di ciò che accade in questi casi dal punto di vista psicologico.

Diversamente, può accadere che le emozioni legate alla separazione vengano celate dietro il silenzio.

Anche i bambini, come i genitori, vivono grossi cambiamenti durante le separazioni: la loro idea di famiglia, il senso di vicinanza con entrambi i genitori, la percezione di disponibilità ad essere ascoltati dai genitori cambia.

Per i bambini la separazione dei genitori è un periodo di transito e di confusione: devono abituarsi a nuovi ritmi e a nuove modalità di comunicare e di relazionarsi con chi gli è vicino. I bambini spesso, assistono a scene di violenza fisica e/o verbale di un genitore sull’altro, e possono riproporre parole o comportamenti a scuola. Inoltre, possono sentirsi come tra due fuochi, ed è facile, vista la loro vulnerabilità, che concordino con il genitore presente con lui in quel momento o si alleino con un genitore contro l’altro. Spesso i bambini non chiedono ciò che desiderano se sanno che la loro richiesta può innescare un litigio; evitano anche di chiedere notizie dell’altro genitore o di sentirlo al telefono. Molti bambini sono consapevoli di ciò che fa stare male i genitori e cercano di sostenerli emotivamente prendendo spesso ruoli e posizioni che non gli spettano.

Nonostante i bambini vivano in casa lotte e litigi, incredibilmente mostrano un fortissimo “ottimismo” che li porta a sperare che i loro genitori tornino insieme. Questo emerge nei loro disegni: quando gli si chiede di disegnare la loro famiglia, la disegnano come se nulla fosse accaduto, o come se, magicamente, fosse tornato tutto com’era prima. La famiglia è tutta lì, sul foglio, ed ogni membro è sorridente, ognuno è vicino all’altro.

Per i bambini è importante capire cosa stia succedendo tra mamma e papà, e parlarne con un linguaggio e con modalità consone alla loro età.

È importante che sia garantito il diritto del minore a relazionarsi sia con il padre che con la madre, tutelando l’accesso ad entrambe le figure e mantenendo con lui un rapporto affettivo. Inoltre, è fondamentale che i genitori non coinvolgano i bambini nelle loro dinamiche di coppia.

Rispetto a ciò, può accadere, infatti, che uno dei genitori ostacoli la relazione con l’altro genitore, screditandolo, sminuendo la sua importanza, ecc. Questo comportamento può determinare la comparsa della Sindrome da Alienazione Genitoriale, una delle forme più “sottili” di maltrattamento infantile che purtroppo si diffonde sempre più causando un grave danno al benessere emozionale e allo sviluppo dei minori.

In affiancamento allo psicologo, un percorso di presa di consapevolezza delle dinamiche, dei vissuti e delle modalità comunicative durante la separazione, può facilitare un processo di elaborazione di questa fase potenzialmente traumatica. Ciò serve a favorire il raggiungimento di un nuovo equilibrio ed una nuova serenità sia degli ex-coniugi, sia dei bambini. I bambini, infatti, sono più sereni quando i genitori riconquistano la serenità.

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Rivolgersi ad uno psicologo specializzato può essere una scelta difficile da compiere, ma è il primo passo per affrontare e superare delle problematiche che peggiorano la nostra qualità di vita.

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